Pazzi
La casa dei pazzi era a due passi
e io sotto un albero, in ascolto,
e il vento portava a me gli echi loro.
Ascoltavo risate isteriche
e immagini di passeggiate solitarie
e discorsi muti e amici immaginari.
La casa dei pazzi era a due passi
e io sotto il fresco estivo
di terra rossa e viva
seduto scrutavo, ascoltavo
vivevo.
Il cancello socchiuso, e dentro genti sedute,
sole,
e movimenti dei corpi assenti,
e realtà in testa loro,
felici.
La casa dei pazzi era a due passi
e gli echi loro
dal vento a me venivano forti.
Fieri, e sorrisi strani e occhi assenti,
spenti.
E riflettevo.
Normalità sei strana,
e la casa dei pazzi
e risate isteriche
e solitari discorsi.
A volte vi guardo
a volte vi invidio.