Penso ed esorto
Il lavoro, il risparmio e la concordia
assicurano la pace e la ricchezza;
con essi l'uomo acquista nitidezza,
viceversa solamente la discordia.
Il lavoro è fonte di guadagno,
rende la vita operosa e bella;
chi sceglie l'ozio per compagno
alla noia succhia la mammella.
Però non basta solo guadagnare,
bisogna far buon uso dei denari;
spender si deve, ma anche serbare,
senza fare la fine degli avari.
Ma lavoro e risparmio da soli
non bastano, concordia ci vuole
tra gli uomini, se no son duoli
dall'alba al tramontar del sole.
Per avere le tre cose ci vuol poco:
basta dare a tutti il tutto;
ogni cosa avrebbe il giusto loco
e lo Stato godrebbe sì gran frutto.
Se i governanti di questa società
saranno sempre falsi e disonesti,
gli italiani non avran prosperità,
ma vivranno solo dì funesti.
A chi giova questo malcostume?
Forse a chi non usa la ragione,
al folle, all'onorevole lordume.
Aborrite la prevaricazione!
Demolite finalmente i piedistalli,
su cui si regge il vostro falso regno.
Date ai cittadini un vero segno
di mea culpa per i vostri falli!
Potessi, perdinci, farvi capire
che l'uomo ha il diritto quaggiù
di nascere, crescere e campare
con stenti naturali e poi finire
di vecchiaia e non di schiavitù,
da uomo e non come giullare.
Entri nella vostra mente aperta
quel che oggi io ho inteso dire.
Viver la vita sempre più incerta
spinge al delitto ed al suo fiorire.
Dal mio libro: MIELE E FIELE
Ursini Editore ‐ Catanzaro 1993