Per Adonis
Anellini e orecchini
di turchese e oro rosso…
i sogni s’impigliano stasera
nell’azzurra trama dei ricordi
e per gustarle ancora
sorseggiamo l’ore trascorse
…beatitudine voluta, ricercata.
Oggi, salinità di mare
dipinge d’un bianco appena un po’ crostoso
i ripetuti accenti delle nostre voci
quale patina che
l’unghia delicata d’un bambino
sgretoli piano.
Ci insegnavamo l’un l’altra
la lingua natale…
ridendo
le parole comuni abbiamo appreso.
Serate dalla sabbia fredda e soffice
sotto ai piedi
bevute d’un lungo caffè
schiumoso negli alti bicchieri
il basilico in chiesa
aveva minuscole foglie
il pope salmodiava
fra assorti fedeli
imbevuti d’incenso e
come icone sapevan d’oro
le notti fragranti d’origano e brace.
Quegli anni erano e sono
sacri gioielli
incastonati
sul grande libro
della parola di Dio.
Certo ancor si frange
il mare là
anche se non lo vedo:
tua madre, come quelle estati, ripone cose
nella casa silenziosa
cammina, scalza e stanca
sui tappeti a tarda ora.
Ah Grecia, infilzata
come spina amorosa nel mio cuore!
Amicizia, bambini, cene, foto
occhi fratelli, contagio di sorrisi…
Voglio ritornare presto
per guarire
la lebbra della mia lontananza.