Per Irne
I tuoi seni sono le labbra della mia sorgente tornado iniettato del sapere
Della voce adulta empie così perfette le gote della mia farfalla tatuata tu imbruni il giorno
Oh fili di crisalide alla luna dalla quale pendono ragnatele di ricordi
Un fiume crepato dal ghiaccio voleva addormentare il mio verso nella sonorità della voce
Io vedovo ho travasato i tuoi baci nel mio sogno fragilissimo la terra dove vive il sorgere del tuo puri
Io sogno il tuo confidare dove versare il miele della tua luna
Il mio mare lo ricevo da te lo sottraggo rubandolo la mia acqua tormenta il canto delle sirene
Il tuo è la mia incertezza morbosa tranvertebrazione di un tuo bacio farò arrossire venere dall’invidia
Non riesco a frenare la parola nella bocca quel’angoscia di sentire non essere amato
Singolarizza s’insinua nella penna come saetta suicidandosi sul foglio
Ondeggia come perle al collo di chi ti dona fanciullezze nell’amore
Ceno con un pezzo di amarezza e canto il verde a te palma d’ulivo ingannevole
Dopo il tutto
Il nulla