Per non dimenticare
Scesero dalle montagne come formiche,
portando terrore con passo deciso,
nel di un grigio mattino,
coi pantaloni neri alla zuava,
un turbante sulla testa,
l'orecchino scintillante al naso,
segni di potere, di una storia scritta,
nelle nostre terre, un peso infinito.
Erano predatori, ombre silenziose,
in quelle cinquanta ore di buio profondo,
come un fiume in piena, travolgevano tutto,
donne e uomini, senza distinzione,
ragazze e vecchie, nel loro destino,
nulla era sacro, tutto era permesso,
il dolore si mescolava all'aria pesante,
un ricordo che mai si potrebbe scordare.
Un tempo infinito, sembrava non tramontare mai,
la vergogna persiste ancora, un dolore nascosto.
Non osano ricordare, i segreti che custodiscono,
in un silenzio sussurrato, storie non raccontate.
Le lacrime scendono ancora, un segreto nel cuore,
i cuori battevano, ma la vita si fermava, prigionieri
di un terrore legato.
Chi avrebbe il coraggio di ricordare
con il peso della vergogna.
Lasciamo che il silenzio del disagio
aleggi come un eco tra le montagne,
in un canto di resilienza e coraggio.
Una nuova alba stava per sorgere,
anche se le cicatrici possono rimanere,
le voci dei sopravvissuti, si levano
e raccontano storie di speranza,
guariremo e resisteremo, per ogni lacrima versata
un grido di giustizia, per amore e unità
camminare insieme verso la libertà.