Perduti e prossimi

A uno a uno in fila
ogni mattina
svolta, pensilina
c’è un ordine a tenere ferme
le tormente, pieni di valeriana
e integratori, carichi di costanza
e umori da tenere alti.
Non passa
una premura per le soglie
l’aria dolce l’aria salata
corrono via nei viali
e noi chiusi in rigide spallette
saliamo cedue rampe di pietà
echi, flash che a sfiorarci
è tutta l’anima smembrata
un po’ illesa un po’
dove s’addensa la nebbia
e le tregue, le tregue
quando arrivano
con la pace selvaggia
gettano iperboli e ossigeno.
Loro forse sanno
che abbiamo un filo al polso
che siamo sempre prossimi
a tornare.