Piccola donna fedele a un incompreso

Qualcuno dica agli incompresi
com’è vasto il rumore degli occhi
e colga il grido dei palazzi
senza finestre.
È una piccola sagoma, fedele
a chi da solo abita il giorno
che d’improvviso volge a notte
‐la mente che si affanna
e non sa riparo, non sa il ritorno‐
È donna. È donna? Chi potrebbe dirlo
se lei in realtà è un’essenza unica?
Entra nel silenzio del fratello folle
nell’urlo solitario
gli dà un boccone e nutre,
cura tutti i suoi sogni
cura parole strane
di voce nata e non riconosciuta.
Quando l’ha ridestato, gli dice
ch’è dolce la luce, il sonno, il dopo.
L’assenza per paura.