Piedi nudi in cammino
A una Damasco in ginocchio, annientata ma viva
Come la speranza, e la speranza non morirà mai a Damasco.
Neanche sotto le bombe di una guerra incivile
Di una guerra pazza, come pazze sono tutte le guerre.
A una Palmira antica, alla sua antica storia
Distrutta, violentata, calpestata.
A una Palmira fiera, che non imbruttirà neanche in macerie
Perché è storia, e la storia resta. Anche sotto le ruspe di una folle guerra,
come folli tutte le guerre.
A Mohammed il pediatra d’Aleppo, era il papà, l’ultimo
Di tutti i bambini, lui dava la vita. E l’ha data.
Con lui è morto il futuro, i bambini non nasceranno più
E invece no, il futuro non si potrà mai uccidere,
i bambini nasceranno grazie a lui, sempre ad Aleppo.
A una mamma Siria che guarda questo e piange
A una sorella Siria che però cammina e spera.
E la poesia diventa piedi nudi in cammino, in Siria.
E la poesia diventa gente, e gambe, e bambini sulle spalle,
e abiti da sposa, e la poesia diventa pianto
però anche sorriso.
E diventano poesia quei piedi, quelle gambe coraggiose
Mentre vanno fiere incontro alla loro libertà
E la libertà è vita.
A una terra che piange, a una terra che sogna
A una terra Siria
Che sorride, che cammina.