Pioggia che inebria
L’acqua si versa in incenso
profumo denso… magica pioggia
si appresta a suonare acute note…
e i sensi s’elevano a farne cori.
E’ voce suadente
nel rovescio su ciottoli
e tegole e gronde.
Sui vetri opalescenti
un ticchettio dai colori forti
e non le si resiste…
Si assapora in un bacio
si coglie come nettare dal cielo
in stille di fluida primavera.
Solletica un riso malizioso
nel gioco di Dafni e di Cloe…
è apoteosi che sale
mentre incalza il ritmo di gocce
battenti sui fiati in rincorsa…
E dal camino il fuoco
sparso in fiamme rubino
compare appena, poi desiste
timido riflesso di tale cupidigia…
è luce scarna alla vista
tiepido ormai, e vano.
Non mi abbraccia di ardore
… e più non mi accende faville.