Po, e sia
Po, e sia
Po, fiume che scorri dai monti a valle ,
con acque cristalline che sgorgano da un viso,
non il mio.
Attraversi pianure e saluti i fiumi finendo
la tua corsa nelle braccia sue,
il mare,
a quale affidi le tue lacrime in un addio,
le acque,
tue creature .
In piena tu divori tutto al tuo passare,
i tuoi amici riversano in te la loro fiducia,
le loro acque,
che porti via con te nel lungo andare.
Scorri su letti di ciottoli,
travolgi sterpaglie e tronchi strappandoli alle sponde,
senza mai fermarti,
baci le rive lambendone i fianchi,
che come un amante travolgi con passione.
Po che vede le barche tagliargli le onde,
la gente che guarda dall’alto dei ponti,
le acque cangianti dal verde all’argento,
scorrendo in silenzio tra ponti e città,
pianure nebbiose lo avvolgono in esse
per farlo svanire agli occhi di tutti.
Po‐i apre le braccia nel giungere a mare
allarga le dita sue d’acqua, in estuario
per stringere del mare quelle sue ,
per suggellare il patto che da sempre dura,
in un fraterno abbraccio gli affida l’acque sue,
sotto lo scintillio del sole si fondono
in un bacio dolce e salato
e tutto per incanto diventa una poesia
quella del fiume che raggiunge il mare
per continuare il viaggio senza mai arrestarsi
per ritornare a un fiume di nome Po ‐ e sia.
Anna Giordano