Poesia giocherellona (S. Valentino ironico)
Vorrei dirti “Ti amo.....”
ma al momento mi sfugge il tuo nome
se potessi tu darmi una mano.........
Federica, sei tu, col tuo tocco sublime?
Mi sembravi più bionda stanotte
tra un martini, una vodka e un daiquiri
e hai pure le tette rifatte
dal Brasile mi dici che arrivi?
Or mi sovviene l'amletico dubbio
e la testa rimasta mi è in scacco
“ho scambiato Perugia per Gubbio
e nel frac, mi sono preso il pacco?”
“O memoria”, che fine hai fatto?
Dai ricordi io anelo risposta
ma quest'alba è d'un buio pesto
e all'incertezza io dico basta.
Dimmi cara, svela il tuo segno
ma fa' attenzione che il mio cuore vacilla
che sia “patata” il tuo dare estremo
anche se ho il dubbio che si tratti d' anguilla.
Mi dici “voltati”, in posizione prona
mi prende l'ansia e penso alla vaselina
maledetto party, maledetta sera
fossi andato alla veglia di preghiera.
Io ti leggo la voglia negli occhi
ma la tenzone s'è un poco ammosciata
quando vedo dal gioco di specchi
non pisello, ma gran bella patata.
Ora il vento diventa tempesta
e del fuoco accende la miccia
non andare, ti prego, resta
che facciamo polenta e salsiccia.