Poi nulla più

Al primo cenno d’alba volli il mare.
Lo vidi, come me, in dormiveglia
con onde basse a far da mite coltre.
E lungo la battigia passeggiava
la brezza dai respiri così calmi
da non solleticar le sabbie stufe
di quella notte assai lunga e fredda.

M’avvicinai al nero scoglio mio 
e poi da lì guardai l’orizzonte.
Il solito saluto al nuovo cielo,
i neri occhi di Peppe il pescatore
e quindi lesti in barca a ordinare
le lenze e l’esche per allietare i cuori.

Poi nulla più, soltanto vibrazioni
secrete da possenti emozioni.
Sul tavolo in cucina, caffè nero 
versato nell’amaro denso cruccio
per un sogno impiccato al patibolo del tempo. 

Roma, 20/11/2020