Potete legarmi mani e piedi
togliermi il taccuino e le sigarette
riempirmi la bocca di terra:
la poesia è sangue del mio cuore vivo
sale del mio pane, luce dei miei occhi.
Sarà scritta con le unghie, lo sguardo e il ferro,
la canterò nella cella della mia prigione,
nel bagno,
nella stalla,
sotto la sferza, tra i ceppi,
nello spasimo delle catene.
Ho dentro di me un milione d’usignoli
per cantare la mia canzone di lotta.
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In una situazione d’urgenza e di calamità umana, lo scrittore si mette alla ricerca di un ruolo morale da svolgere in altre forme di azione pubblica, un ruolo che rafforza la sua integrità letteraria.