Presentazione di me stesso.
Ed eccomi qua. Ritorno tra voi in maniera dagherrotipica, seguendo una logica filologica innata in me: la scrittura evolutiva. Miei piccoli lettori, vi accarezzo come cuccioli di cane nella speranza che anche oggi non mi vomitiate sul tappeto. Parlavo di sogni: si, ho sognato! Ho sognato che il mio cane (un Corso) impediva l'accesso agli angeli vendicatori nel grande giorno di Harmagheddon. Essi erano spaventati e attendevano che io uscissi per tranciare la mia vita inutile e invece TA‐DAAAAA! Essi mi attendevano fuori e io pensavo: "perchè non distruggono la casa con un soffio e mi tolgono dal mondo?" E poi guardavo il mio cane, che per convenzione chiameremo Dott. Jack Torrance, e stipulavo un patto nel mio io: ok, pensavo, se non entrano vuol dire che il mio cane, il dott. Torrance, è una sorta di Kriptonite per loro. Ma poi, scuotendo la testa, mi arrendevo all'ineluttabilità della situazione: prima o poi sarei dovuto uscire per impostare almeno una lavatrice: erano mesi che pioveva e io lanciavo i miei vestiti sporchi un po' ovunque. Mi avrebbero tolto dal mondo!
Poi il mio cane, dott. Torrance, iniziò a salmodiare un latrato tibetano durante il quale il mio io si andò a depositare lungo un fiume. Ero salvo! Aprii la porta e...ZACK! La mia testa rotolò dai gradini. Il mio corpo per un po' camminò quasi in maniera leggiadra poi rovinò pesantemente a terra. Gli angeli erano felici. Si facevano l'occhiolino uno con l'altro. Sembravano i poliziotti del G8 a Genova con i manganelli sporchi di sangue innocente. Ma io non sono innocente. Sono morto. Ho un unico rimpianto: non sono riuscito a fare la lavatrice.
Hal