Proiettili buoni
Aveva le cartucce.
Mancava la mira.
Così l'aria è rimasta quella di prima,
intatta.
Nessuno ha sparato.
Nessuno colpito.
La verità è che gli tremano sempre le mani
quando deve amare o mirare.
La verità è che se la notte è calda come il giorno,
allora rischia di sbagliare.
Così la sospensione è d'obbligo.
E il sopravvissuto, ignaro d'esserlo, era anche più bello di prima.
Scampato al pericolo, stava intatto
nel buio falciato dai lampioni,
stava buono nel ritmo di sempre.
Il cecchino, rimasto cristallo nell'implosione,
disoccupato per sua colpa,
era immobile, castrato a metà.
Pieno d'inutile polvere nera,
di parole senza grilletto.
C'era gente.
C'è sempre gente prima di un'esecuzione.
Gente che potrebbe dire: "L'ho visto, ha sparato nel mucchio"
ma il mucchio è solo un pretesto
per chi non vuole vedere l'unica faccia che conta.
E quando il cecchino è passato davanti alla vetrina
e il riflesso caduto lì sopra
somigliava troppo alla mia faccia,
ha capito che per sparare
servono sere più fresche,
serve un vento migliore e notturno
che salvi le mani e la voglia di fare.