Qualche parola su mia moglie
Lungo spiagge lontane di mari ignoti
cammina la luna ‐
mia moglie,
la mia fulva amante.
Aietro la carrozza
si trascina vistosa
la folla screziostriata delle costellazioni.
La incorona un garage,
è baciata dai chioschi dei giornali,
e un paggio occhieggiante orna lustrini e orpelli
la via lattea dello strascico.
E io?
A me, riarso, il bilanciere delle sue sopracciglia portava
secchi rinfrescanti dagli occhi dei pozzi.
Era sulle sete lacustri che tu pendevi
e, come violini d’ambra, cantavano i fianchi?
Ma nelle regioni dove c'è la collera dei tetti
non puoi lanciare uno scintillio di selve.
Nei boulevards affogo, ricoperto da angosce di sabbie,
pure è figlia tua ‐
la mia canzone
con una calza traforata
davanti ai caffe.