Quante notti attraverseremo per dominare i nostri desideri?
E adesso sei fra desiderate spinenutrendoti di gocce di purpureo sangue là incatenatonon più schiavo della tua carneMi violento la mente ad ammettere il mezzo gaudio del mal comune nel meravigliarmi di quanta intelligenza ci può essere nella volontà dell'uomoM'accorgo già in me quanto la sofferenza quella vera non cerchi compagnia ma vuole rimanere chiusa in sè nella sua solitudine lontano da occhi e orecchi indiscretiTutti possiamo dipingere a nostro piacimento e per ambizione il quadro di un romanzoinventando linee e forme senza talento raccolte tra i rifiuti della vitama poiquando guardano bene il proprio "capolavoro"si vedono i colori fondersi sbavando dalla cornicee l'idea pensata o le parole dettesi svuotano senza esser mai stateOra viaggiatore sei a me più caro nei ricordi di fiele e di tormentoavvolto nel buio della nottenon legato più alla catena che il desio rivalse trovare nella tua più sofferta idea..Cesare Moceo poeta di CefalùDestrierodoc @ Tutti i diritti riservati