Quattro Cento Cinquantatre

Il mare non ti darà mie notizie mentre stai
infilzato, faro dal collo torto, sulla riva con
i rimasugli del mio ultimo odore.
Nessuna divinazione dall'orzo orizzontale
ingabbiato nella curvatura dei turgidi
golfi, nulla arriva dal suo  buio bramito, dal
liquido moto contropelo. I monti
non ti diranno dove hanno dormito le mie
spalle e quale ombra le arrossò prima
della tua neve. Però sai che tutto di
me è edificabile, che sul mio sangue
si innalzano cantieri in tua memoria.
Non so fare cose che durano un
istante, la spirale dei tempi lunghi
mi avvinghia la gola trascinandomi
al gorgo delle attese. E  ti avrei
abbracciato con la forma per cui
avevi preparato l'incasso se
questa piaga non ne avesse
ammutinato l'ingranaggio.
E adesso che dubiti della
razza e della fedeltà di questo
amore da canile, preferisco
la morte alla direzione dei tuoi passi.