Quattro Cento diciannove

HO un foro da qualche parte nella testa da cui, a giorni alterni, vanno via le parole, sgocciolano dalla carnosa tubatura, perdita per cui non avrò rappezzo. Salvadanaio a cui e' fallace la creta: una dopo l'altra, sfruttando l'ora d'aria, sbirciato l'oblò fasullo da cui cavarle in tempo di magra, evadono. Tanto agili e gatte che il miglior cecchino non verserà una sola goccia del loro sangue grumoso e nero. Una volta andate, saranno di tutti gli altri, non avrò più diritto sul loro corpo di vendicative formiche in processione d'addio. Ecco, adesso monto d'ispezione, inizio l'appello: quelle per dirti sono già fuggite, ho trovato smessi i significati di cui le avevo vestite. Nudi lombrichi senza più divisa, adesso vanno a dirti in giro, ti venderanno bene , ti venderanno subito: chiunque crederà alla loro bocca di sirene, di astute, impareggiabili mercanti.