Quattro Cento due

Il giorno del tuo arrivo avevano tirato su i tendini al lungomare con una carrucola di sette palme schiaffeggiate dal vento. In cielo un circo rosso di nubi sbuffava sulla gabbia ammattita dalla costellazione ingrugnata di novembre. Io tenevo il lembo del mio martirio con una coda d'occhio, azzurra rondine così insolita alla migrazione. Il giorno del tuo arrivo, i postini indossarono la stessa livrea a bande e non mi sembro' che i piccioni intubassero un verso sconosciuto nelle villose trachee tremanti e pure il mare era il mare dei miei ricordi. Ma qualcosa avanzava dietro la scure Dell'orizzonte, un esercito disarmato ti sapeva già dire mentre io imbracciavo il mio amo come un figlio e, affiorando lentamente, perpetuavo inconsciamente a spegnermi.