Poesia
Quattro Cento Novantacinque
Ti porteranno le bocche, sono mani:
un obolo nel palmo la tua voce.
Loro fanno così: si accontentano,
si propongono e danno.
Ma lo sguardo, il filo, gli occhi,
quelli erano i miei e quanto
mi batteva il ventre contando i passi
alle tue braccia, nessuno saprà.
Distinguere se fu tonfo,
o burrasca.
E' che non avrei mai osato
una porta che si apriva
tenendoti dietro come un sermone.
L'ariete che mi ha rovistato la pelle
non ha mai forzato un respiro.
E adesso che smetto tutti
sorridono disattenti all'apnea
con cui mi vieto anche
solo una frase di vento.