Quattro Cento Novantaquattro

Sulla piazza il rondò dei piccioni
è sversato, grigia assunzione.
In fitto i gradini dal sagrato all'asfalto.
E' che ricomincia la marcatura dei
cotoni e delle crinoline dopo i lampi.
Mio amore che sverni ancora la
tua primavera, mi hai messo
il cancello alle mani ed una catena
sugli occhi: come ti tocco se non
con la pula degli ultimi pensieri?
Di te che mi morivi addosso
ansimando e già decidevi
di rinascere altrove.