Quattro Cento Novantasette
La sera è difficile:
i merli smettono il ricamo dei canti
fra le palme spampanate dalla
tintura del mezzodi ed i rondinotti
mestruano il primo volo nell'utero dei vicoli
in grigio. Intorno si accendono braci
e luci ed una voce da quiz
accompagna la raffinatura dei sughi.
Sulle tavole i piatti intonano i bicchieri,
maggiori e minori sul pentagramma
a quadretti rossi delle venti, il pane
accucciato nella patena
di vimini è umana eucaristia.
La sera è difficile:
difficile dosarne il dolore.
Di solito arriva in un getto e
mi investe sulle strisce del primo
sonno, vapore con il tuo nome
scappato alla valvola brilla.