Quattro Cento Ottantasette
Le parole verranno via con me:
fedele condanna, una macina al collo,
nera esca piantata a fondo nel petto
del mare, marchio freddo, piccione
impallinato dalla mira crudele
nella domenica dei bracconieri.
Nessuna ristampa: la mia tipografia,
piazzata fra sterno e bacino,
non rilascerà copie. I caratteri esplosi
con la follia di un lanciatore di coltelli,
intubati, tuberi sotto la pelle.
Questa pelle che di buono conserverà
solo la loro chiodatura antica,
la palizzata di escrescenze che non
sanno dirsi eppure tanto hanno detto
poi tornando in castigo, come fossero
colpevoli di essere così
tante, prolifiche, succose sacche di
seppie pronte a schizzare
la notte sullo sguardo del mondo.