Quattro Cento otto

L'impianto a gas pompa alla stessa ora il sangue iridato, acre valvola mitralica, una bimba espansa nella stanza tutta manopole ed accendini. Caricato nel bagagliaio della muratura, dorme come un drago sotto la dama delle piastrelle e aspetta di tuonare con una fiamma. Questa sala macchine non ha contatori, gli aghi oscillano per distrazione e le avarie sono specialità del menù. Mi auguro che il campanello esploda, l'innesco un dito,  il dito complice del braccio a cui chiedo la rotta in mezzo a tre scogli di acciaio. Il rame di mia nonna era sempre lucido: cangiante arcipelago martellato, scocca di lucertola.