Quattro Cento quarantanove
Ci siamo incontrati meno di poco,il primo
appuntamento in una sera svogliata d'autunno,
la pagina come orario, per pub una poesia.
Due ore dopo io ero il taccuino, tu la penna,
io le tavole della legge, tu il fuoco incisore.
Una settimana dopo eravamo passione
e promessa, amanti in due mesi,
in tre litigiosi e gelosi, in quattro
ancora amanti. In sei decidevamo la
Chiesa, in sette ero legata al tuo dito
con la tua stessa ombra sul mio, in
otto ero la madre dei tuoi gemelli.
In dieci regina fra un piano e l'altro
della casa che avresti costruito,
nell'undicesimo mese sceglievo
l'incasso della culla. E tutto questo a
grande, mostruosa distanza: a dire il
vero ci siamo toccati non più di due
sconosciuti in fila alla posta.
Eppure adesso che scivola via
l'oscuro calendario del nostro sfuggirci,
ancora senza toccarci, racconto a me
stessa del nostro triste divorzio, subito
seguito all'aborto e che non ebbe
mai accordi giacchè oggi
di te sono già vedova.