Quattro Cento quarantuno

La morte sfoderata sul divano, sguainata mai
sguaiata, sonnecchia bugiarda, lingua di rospo
in attesa del tafano. Nell'ultima ora piatti di ossa
scuociono nel bollore dell'abitudinaria artrite,
abiura di movimenti, al patibolo i rinculi da sforzo.
La morte,sparata verso sera, piomba sulla casa:
staccato il chiavistello, retina d'acciaio.
In corteo esce la pedina che il gioco ha vomitato.