Quattro Cento sessantatre
Mi fai paura.Mi fa paura la tua mostruosa
bellezza che ieri avevo dato al rogo ed oggi
risorge dalle gambe come un incenso
ammaliante e termina sugli omeri e poi
ancora sbuffa, vaporoso vagone che avvolgendoti
il collo, sgocciola al petto e mi dice esattamente
dove vorrei trafiggerti, spurgarti stagioni e nomi
ed inalarti la mia carne, distillato di premure
e guai. Mi fanno paura le tue mani che sanno
i miei angoli e le cassettiere dove ho stipato
meglio il sangue per non traboccare.
Così tu puoi rubarmi quando vuoi
il senso e la spina dorsale, accartocciarmi
con il risucchio del palloncino curato
dall'iniezione dello spillo.
Vedere come rimpicciolisco e mi allontano
dopo la penetrazione che libera il
fiato allagandomi di te.