Quattro Cento settantanove
Hanno piallato i giardini, proprio questa mattina:
losanghe marroni, costole nuove, tatuaggi lombari
hanno crivellato la terra tesa. Atterriti i pini ed i cipressi
sbucati dai muri all'allarme delle tre falciatrici.
Il sudore sbrinava sulle zolle ancora umettate d'inverno
ma una postilla più verde e resistente veniva tenera
del tetro burrone a spiegare il cambio.
Ogni stagione che avanza è nostra e comune:
questo rivangare budella di vermi e radici a
doppie punte, cerimonia puntuale fra lucertole
e viti a riposo, non tiene conto del crescere,
o della distanza. I tronchi sono cemento gentile:
resistono e guardano il mortale trascorrere
dallo sgambettio all'orizzontale.