Quattro Cento settantasei
Forse non dovresti amarmi,
ho tante, troppe scatole senza seme,
una palizzata è più madre di me.
Il mio alveo ha fama di taccagno
e se anche tu non credessi a questa
infamia, lui non si è mai scucito
più di una sola volta al mese,
mai ha trasgredito la femminina
regola. Per questo ti consiglio,
forse, di lasciar perdere,
di non insinuare nel mio curriculum
traslochi o migrazioni .
I bicchieri avvolti nelle notizie, il nastro
adesivo sui ricordi, cellofan a volontà
e polistirolo che allaga:
tutte queste cose mi disorientano.
Però potremmo togliere insieme
la polvere dalle cornici, sostituire
le vecchie foto con le nuove: ibridi,
innesti, ingredienti esplosi nel
guanto del grande, estroso chef.
Questo più mi solletica al rischio:
vederti dipingere il soffitto,
diluire cigolii, aspirare buchi.
Saresti perfetto ed alto
mentre ti osservo accomodarmi
il nido ed io all'ombra delle
tue spalle mi riaddormento.