Quattro Cento settantatre

Parla ancora di noi un balcone,
salato e sciocco.
Parla del mio maglione ecrù,
del tuo sorriso quando non
sapevi da dove si sfilava
l'inverno.  Ne parla come
si parla della fine di una
migrazione: lieto ritorno
di code,  marezzatura di
piumaggi esperti,  pavoni,
non cincillà, non pipistrelli.
Gatte arruffate sui davanzali:
non vanno mai via  se il  mare profuma.
Da allora , giorno dispari,
numero pari,  ancora provo
a spinarmi il tuo odore,
gaglioffo di gran carriera e
generosa prole  distribuita
più o meno equamente.
Poi mi dico che forse con
me vengono meglio.
Per questo di te conservo
tanti detriti: con un dito in più
di posa vinco i bicchieri
da cui hai già sorseggiato il frutto.