Quattro Cento Trenta
Il mio sangue non e' turrito, al nemico che si offre di visitare l'arrossamento, spalanco la bocca : il fiotto vermiglio e' liquido ponte dai pigri ingranaggi. Delle merlature conservo una vaga coscienza: opalescenti merletti, tramate piastrine sellano le ossa delle stanze d'infanzia in noce e brillantina ed accorrono a tamponarne la sbavatura neonata. Il mio meccanismo e' tarato alla tarlatura più prossima, da non confondere il granuloso sfrigolio con un obbediente funzionamento . Un cartello al mio ingresso, issato fra gli occhi ed il cuore, sincero opziona il probabile inghippo. E' tradizione ricorrente di questo sistema, freddato genetliaco, un elemento in forfait: dalla garitta gocciola un'altra defezione mentre dentro mi raschiano e gettano l'ancora della nuova invasione.