Quattro Cento Trentatré
Il cargo viene per me: avanza il polpo emerso con scie di tentacoli acciaio. A bordo rimedi come scialuppe,consigli come mozzi e sostegni per timone. Sfilata la bandiera per offrirsi vergine al mondo, batte all'asta i miei tentativi annegati. Il cargo viene per me , pezzi di ricambio in cassoni innocui: un nuovo diaframma, polmoni che non taceranno la rabbia, una schiena mai più sotto paura ed occhi acuminati come crani di spilli. Nella stiva una lunga stoffa di pelle da donna orlata di rughe in incandescente riproduzione e bianchi filamenti per puntellarmi il cuoio noioso. Zincata dentro un baule sta custodita perfino una creatura che poi mi porgeranno: anche quella nel mio corredo, ulteriore dotazione dell'armamentario che il cargo propina. Gelida dispensa, ultimo binario, ancora tirata su eccitata che già svetta in puntale.