Quattro cento uno

Un Minotauro il suo cuore a cui vanno sofferte le pozioni amputate. L'attesa brulica di moncherini, i giorni sono monatti di nidi in cui stanno in coda becchi e fogge ancora tenere di pigoli ormai freddi, pezzi di ricambio orrendamente impiattati per il pigro rapace. Quante dosi ancora dovranno espandersi le dirsi appagata la fame che ci divide e sverna sui nostri corpi? Quante rosse lozioni dovranno inzaccherare il tempo e dirmi impreparata, e dirti in anticipo e dirci buoni, affabili vicini sulla stessa distanza.