Quattro Cento venti
Ho deciso che non mi leggerai più: c'è chi smette di parlare, chi di fare torte, io semplicemente ti oblitero dalla mia radiografia ad inchiostro. Finora ti e' stato facile contare le pozze del mio costato, gli affondi dello sterno e quante ossa mi facevano in piedi e quante altre licenziavo per amarti. Ho deciso che non saprai più nulla di questa specie nera dalla testa di formica, che non potrai più sottrarne le provviste acciambellate come serpenti in amore. L'ho deciso da matta e da sana: tu tornerai ad amare il tuo gesso poco accorato, io mi riannoderò alle parole rendendole furbe, acuminate e schive. Tutto ciò in cui abitavi adesso ti espelle con un solletico improvviso: sarai gradito solo allo zerbino che conserva l'orma del tuo odore.