Quattro Cento ventitré
Non voluta: e' questa forse la tosse comparsa più lustri fa all'angolo degente della mia gola. Violenta nel parto come uno sputo, un fiotto di troppo lanciato con buona mira nel cestino dei marciapiedi, nel budello di un vicolo a sud. Non voluta, e procrastinata , come il dovere meno dovuto, o il dentista. E' sempre domenica per i miei desideri, sono chiuse le stelle, in ferie geni e genie. Neanche mezza giornata per concedermi di rovistare fra le ultime, stracciate occasioni: un velo già lurido, una martingala dietro la porta da scucire al momento opportuno, un manico di valigia , una culla ed eccezionalmente, una sana bolla ripiena sul ventre, tetto di carne sotto il quale dormirà la mia impronta.