Quei Sabato Santo
In quei Sabato Santo non so dire quanti.
sono passati ormai più di sessant’anni
mentre suonavano con rintocchi forti
a festa e in lontananza le campane
annuncio del Signore Gesù la resurrezione
chiamava a sé la nonna i suoi nipoti
gridandolo con dolce storpiatura
quel latino Christus Dominus Resurrexit.
Pronta già da tempo era l’acqua dal secchio
in fondo al pozzo azzurra limpida raccolta
per bagnar di tutti, lì presenti, gli occhi
ad evitar secondo la credenza contadina
malocchi guai malattie o peggio malasorte,
già pronti pur campane e campanacci dalle stalle
tolti dal collo delle mucche del bue e dei cavalli
già prese dal camino quelle di ferro catene
lunghe strisciate sulla terra per fare compagnia
con squilli suoni chiasso festoso alle campane.
Oggi e da anni il Concilio ha cambiati i riti
non più il Sabato Santo è giorno di campane
giace ancora Cristo muto nel Sepolcro solo
lontano è il ricordo all’animo struggente
delle catene dei campanacci di quel perduto suono.