Questa non è una poesia
L'uomo è libero ‐ per comodità fingiamo che si tratti di una libertà assoluta (senza star qui a filosofare sulla libertà) ‐ e non è obbligato a far nulla.
Se una cosa non piace, non vi è l'obbligo di entrarne a far parte, ma non esiste nemmeno l'obbligo o il diritto di distruggerla.
Le professioni intellettuali, senza Ordini, sarebbero (mi si passi l'ironia) disordinate: puro e semplice mercato, legge della concorrenza, zero deontologia (credo poco nel self‐control della gente e nell'autoregolamentazione).
La liberalizzazione porterebbe alla creazione di "s.p.a." e "multinazionali del diritto" più di quante non ne esistano già.
E lì si che il singolo diventerebbe un semplice ingranaggio della produzione. Si baratterebbe l'attuale sistema (sbagliato quanto si vuole) con un sistema ben peggiore ‐ molto simile al sistema liberale che, proprio mentre parliamo, sta ancora chino a raccogliere i cocci della "bolla" che non ha saputo controllare.