Violentemente un improvviso e prepotente rancore…
esternamente silenzioso e ipocrita,
nella superficie polverizzato e fugace,
nel respiro pungente e nauseante,
rimbombante e stonato con il pulsare del muscolo regale
(il cuore che mia madre non riuscii a trattenere).
Sbadatamente mi ritrovo a testa china più muta dello stesso silenzio,
senza pugnali, senza fiori…
in equilibrio, in punta di piedi sul mio stesso dito eretto per mandarmi a fottere.
23 maggio 2006
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