Ray Ban
Negli anni '70 questi occhiali furono oggetto di un vero e proprio culto. Con questi versi ironizzavo e prendevo in giro tutti i Ray Ban dipendenti
Corso Tacito
dieci cento mille persone
tutte con occhiali Ray‐ban
ed io
meschino
coi volgari occhiali da vista
la gente mi guarda
con aria distratta
e mi passa lontana
perché
non porto i Ray‐ban
in un bar chiedo un caffè
e il barista mi guarda coi suoi Ray‐ban verdi
un cartello ammonisce
“vietato l’ingresso
a chi non indossa
i Ray‐ban”
esco di corsa
la pizzeria mi nega la pizza
e la prostituta
di Piazza Clai
non mi fa scopare
perché non porto
i Ray‐ban
e la gente mi guarda con aria sospetta
stai a vedere
che pensano io sia un brigatista
mi sento impazzire
e mille Ray‐ban
mi girano attorno
l’ufficio di collocamento
mi nega lavoro
e il farmacista non mi dà l’aspirina
per la mia testa
che scoppia
e tutti mi scansano
perché non porto
sti cazzo
di Ray‐ban
pietà
pietà signori
e corro come un matto
vado dall’ottico
e compro i Ray‐ban
li metto
esco
non vedo un cazzo
e mi prendo di petto
un vecchio signore
manco a dirlo
in Ray‐ban
mi guardo intorno
non vedo un’acca
intonfo un muro
mi spacco la capa
bestemmio il Signore
che immagino in Ray‐ban
e rimetto
i miei stramaledetti
occhiali da vista
e corro a casa per sfuggire al linciaggio
la porta si apre
e mia madre
m’appare
in Ray‐ban
nooooooooooooo
“sono belli vero Danilo?
dovresti comprarli anche tu”
svengo
e un accidente
quasi mi prende
ma non ricordo una mazza
solo le risa di un’infermiera
che come un’oca starnazza
dietro i suoi Ray‐ban verde bottiglia
ecco adesso un collasso
mi piglia
e senza dir nulla
mi cura un dottore
che mi guarda
mi scruta
dietro i suoi Ray‐ban
mi sento sconfitto
un derelitto
il mio cuore è vicino al collasso
tutti i parenti
con lento passo
mi sono intorno
aspettando il mio trapasso
tutti con
'sti Ray‐ban del cazzo
allora urlo
e dal letto mi alzo
“andate affanculo
voi e i vostri occhiali
siete tutti uguali
con le vostre paranoie
non avete fantasia
in alto non volate
tenete i vostri occhiali
io tengo le mie ali”
Terni, 16 giugno 1975