Respiro il buio
Sopraggiunta, la notte, col suo funereo manto,...
mi sta braccando, togliendomi la luce,
intende di coprirmi, dacché donar calore,
premurosa, ancestrale, nera madre.
Nel mio costante inspirare ed espirare,
respiro il buio, il figlio suo diletto,
mio amante oscuro, che di lasciarmi, non vuol sentirsi dire,
l'abbraccio suo m'avvolge, inver teneramente.
Brillar, di stelle, testé opalescente,
nel mentre che mi prende, per ore, assiduamente,
vero compagno fino all'istante dell'origine del giorno;
corroborante l'aria, nell'albore or or nascente,
in cui, di scomparire, sa d'esser consapevole,
conscio altresì di far ritorno, al perpetuo tramontar del dì
e all'avanzar dell'ombre, fra le materne braccia,
perpetuando, all'infinito, l'antico rito arcano.
Solenne, l'assurgere del solare astro, avvia la celestiale danza,
dal monte verso il mare, asperge l'oro del bagliore,
salendo all'apice, per poi volgere al calare.
La notte è lì, silente, morbidamente ammantellata,
impaziente l'attesa di troneggiar sul mondo,
il buio, rampollo bruno e impenitente.
sa cingermi nel modo suo, totale, come mai nessuno.
Nel solitario talamo innocente,
percepisco l'esalar del suo, nel mio respiro,
fedele all'apparir, sa ricondurmi all'anelato sonno,
schiudendomi le porte blindate dell'inconscio.