O tu che l’ampia volta
della vita ascendi,
o tu che l’ampia prora
dell’azzurro varchi!
Il sonno m’inabissa profondo,
il mare mi plasma tranquillo,
ricado riverso
nel fianco ritorto,
ricado sommerso
nel freddo glaciale,
quel bianco dolore,
che mi arrossa la faccia,
quel freddo vapore,
che m’avvampa tremendo.
(28/10/1994)
Da Emanuele Marcuccio, Per una strada, SBC Edizioni, 2009.
2 febbraio 2009
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Il poeta sogna, si emoziona, si meraviglia; in caso contrario, tutto sarebbe puro artificio, sterile e fredda creazione, come voler scrivere su di un foglio di vetro.
Emanuele Marcuccio, Pensieri Minimi e Massime, Photocity, 2012, n. 43, p. 15.