Ho aspettato che bussassi
alla mia porta, amica mia.
Ti ho aspettato con il cuore
tra le braccia,
l'ho coccolato perché
piangeva troppo; erano singulti
i suoi, di te non era rimasto
altro che una sparuta traccia.
Ti ho aspettato nel vagone
di ritorno
con la bocca serrata
mentre sfogliavo tra le foto
la tua presenza sagomata.
Ora non vedo
lo spiraglio del nostro segreto
il tuo orgoglio rapace
lo ha fagocitato.
Ricordo ancora, tre anni fa
dall'orecchio destro un sussurro
"Chi non ti segue, amico mio, non ti ha mai amato".
25 settembre 2013
Altri contenuti che potrebbero piacerti
Il disgelo nelle vene
di Giuseppe Miele
Con la schiena reclinata
preghi che questa
mestizia
sia andata
Hai la polvere negli(…)