Ritorno alla vita da un sogno
Sul duro selciato i miei passi l'un dopo l'altro strascicanti vanno. Il sole... sulla mia testa picchia: caldo! L'eco di lenti rintocchi di campane confondesi col suon di campanacci appesi al collo dei bovi , qua e là sparsi pei campi. La bianca strada, or tra siepi di rovi, piana si allunga, or tra rocce s'incespica. Avanti, sempre più avanti, in un paesaggio sconfinato e scialbo. Di tanto in tanto un batter di ali, un rincorrersi di lucertole, uno stridulo di chissà quale animale. Or l'impervia strada d'improvviso si arresta e si dirama. Nulla fa presagir segno di vita umana; ciò che da uom proviene, soltanto una casa : un rudere. Sconfitta, su di un muretto mi abbatto e piango. Mi sento ormai prossima alla fine, tornare indietro... mai! Andare avanti... è troppo alle mie forze chiedere. Attoniti i miei occhi fissano ciò che un oasi sembrava. Poi, lentamente, qualcosa verso me muove, consistenza prende: E' un vecchio dalla lunga barba bianca, il volto scavato e stanco. Un secondo... un secolo... chissà quanto di tempo ne vola via. Un timido sorriso sulla sua bocca è per me l'intero mondo. Appoggio la mia sulla sua mano ossuta ed è tutto: a viver son tornata. "Un dolce calore mi scalda il viso. E' il pallido sole del mattino che mi bacia attraverso le gelesie della finestra".