Salmo
Scorre il tempo di quest'attesa,
scorre e si duplica
Un tempio dimenticato.
L'odore e l'ombra del fumo dei ceri sui muri
accesi di fronte a un altare muto
per pregare la solitudine
Il passato non ha parole che io conosco
I ricordi
‐clandestini‐
si sono sedimentati
nel cuore sotto forma di musica
Quel corpo che si muove nello spazio
e a volte ne urta le pareti
è il mio
Di quegli urti ne riconosco i lividi
Non è certo pace
Un nome
cornice di quei giorni immediati e irrisolti
schizzo subito rinnegato sulla tela di un pittore inesperto
Una tela bianca. Una mano che prega. Un anima stanca.
Un dolore si apre
e una ferita diventa finestra sul mare
Libera dalla prigionia dei rimpianti
da lì mi sporgo a sorseggiarne il profumo.