Schizzo notturno
Fermato dal vento freddo della sera Verso la sola e bagnata panchina volgo il passo Seduto, incomincio a veder la tela austera Argentea luna che romantica veli la serata Ho sol la tua compagnia, non quella della amata Come mani supplichevoli, bianche come la morte Gli alberi tentan il sublime toccarti E ricurvi giaccion sempre lì con dita troppo corte In tal silenzio, vi son violini vermigli, oboi e corni neri e tutta una sinfonia di suoni e pace che tu vai con morbido tocco per migli Sotto l'occhio della stizzita orchestra con il freddo penetrante fin nelle ossa Canticchiando me ne vo, la quiete in testa.