Fermato dal vento freddo della sera
Verso la sola e bagnata panchina volgo il passo
Seduto, incomincio a veder la tela austera
Argentea luna che romantica veli la serata
Ho sol la tua compagnia, non quella della amata
Come mani supplichevoli, bianche come la morte
Gli alberi tentan il sublime toccarti
E ricurvi giaccion sempre lì con dita troppo corte
In tal silenzio, vi son violini vermigli,
oboi e corni neri e tutta una sinfonia di suoni e pace
che tu vai con morbido tocco per migli
Sotto l'occhio della stizzita orchestra
con il freddo penetrante fin nelle ossa
Canticchiando me ne vo, la quiete in testa.
14 giugno 2006
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La poesia è cristallo di sublime attimo, la natura è sequenza infinita.