So della tua voce quanto origlia la pagina al silenzio,
pallida suggeritrice dalla buca fonda.
So che affacci le lettere ad un precipizio
per sentirle urlare se le gambette sdrucciolano nel vuoto.
So dei tuoi occhi la notte che scrivi
e delle labbra il morso che sanguina dai punti
quando vorrei leggerti ancora.
2 novembre 2011
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Credo sia più doloroso non essere amati abbastanza piuttosto che non essere amati affatto.