Seconda lirica d'amore
Tu forse non ricordi
che ti feci straripare l'anima
con una sola carezza.
Dalla notte raccolsi qualche attimo
per spingermi nel tuo stupore.
Ah, fu troppo breve il canto
delle nostre pelli sgombre di pudore,
ci avvolgemmo nel sonno della luna
cadendo ai suoi piedi come due corpi
dorati in penitenza.
La nostra natura terrestre e celeste
faticava a separarci dal buio,
intorno alle stelle noi portavamo
il fascino dell'amore.
Cerchi di luce cercavano
di mettere radice nei nostri occhi,
volevano addolcire le nostre pupille
annunciando l'alba.
Rimanemmo immobili a sepellire
il midollo oscuro
alzando le fronti al fondo luminoso
che ci trovò esausti.