Poesia
Sei Cento Cinquantadue
Un giorno anche io dormirò
con gli occhi posati come
le mani da fine applauso.
Tu intreccerai ancora parole
con l'ibiscus a chilometri
di chilometri da qui vaneggiando
sulla mia specie, sulla forma
dei marmocchietti tribù nati
da una non specificata notte
di intento e di caso.
Il cane, il giardino, la casa
in montagna: chissà chi di
noi due farà prima a ridarsi.
Un giorno anche io dormirò
e pensandoti là con dieci
distanze di vantaggio non
vorrò certo svegliarmi.
Finalmente freddi e violacei,
passeriformi, la pelle rafferma,
riavremo, esausti, il nostro appuntamento.