Poesia
Sei Cento Diciotto
Tu sei il fosso, io il piede
che vi cade fino alla caviglia.
A caccia sei micidiale ed
orizzontale e quanto più
mi torco, più mi avviluppo
nella morsa al punto che,
disincastrata, non so librarmi
e voglio nuovamente intorno
il dentato girello doloroso.
C'è un mondo intero che potrebbe
vivere senza di te, ma io sono come
il pesce quando è pescato, argenteo
astronauta privo di tuta sollevato
paonazzo dall'atmosfera delle onde.
A cui basta poco, una calatina,
per riaccendere la branchia.